»Träumerin | © Jada’s portfolio - Tokio in Moscow

Forever scared

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.Jada.
view post Posted on 17/7/2010, 11:36






In molti ci hanno chiesto di lasciare qualche dichiarazione, ma fino ad ora siamo stati in silenzio, negando ogni intervita, ogni servizio, ogni domanda.
Ora, dopo un mese di distanza, abbiamo deciso di parlare.

Quel giorno avevamo litigato in modo violento e lui era uscito con la macchina.
Faceva sempre così: quando si litigava se ne andava per un paio d'ore a sbollire la rabbia da qualche parte e poi tornava, magari con qualche torta, ed era come se quei dolci avessero il potere di riportare la serenità che ci faceva essere prima di tutto amici e poi colleghi.

Solo che, quella volta non è più tornato.

Era via da tanto tempo, talmente tanto che Bill aveva iniziato a preoccuparsi; diceva che non era da lui sparire per tutte quelle ore e così decidemmo di chiamarlo di chiamarlo, il suo telefonino, però, era spento. Quella era un'altra anomalia: lui non spengeva mai il cellulare.
Gustav continuava a chiedersi dove fosse, e intanto nel televisore acceso da un pezzo il telegiornale mandava in onda un’ansa dell’ultima ora, un incidente.
Dio, ricordo tutto come se fosse ieri, successe tutto in un secondo: Bill si è girato ed ha visto quello che restava della sua macchina, ha letto le ultime cifre della targa, ha visto la sua foto in basso ed ha fatto un urlo disumano; io e Gustav ci siamo girati spaventati... ho visto mio fratello crollare a terra, tra le lacrime, poi il libro che Gustav aveva tra le mani è scivolato finendo sul pavimento con un gran tonfo e anche lui è andato giù insieme a Bill.
Ero rimasto solo io, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo e loro non parlavano, così ho alzato lo sguardo guardandomi in giro e quando l’ho posato su quella maledetta scatola a colori ho visto. Ho sentito il cuore rompersi in mille pezzi che ancora oggi, a distanza di settimane, non sono riuscito a raccogliere; mi sono accasciato affianco a Bill ed ho iniziato a piangere come mai in vita mia avevo fatto.
Subito dopo il telefono di casa ha a squillare, ma nessuno aveva il coraggio di rispondere...poi Gustav si è alzato, forse infastidito dal rumore e ha risposto; è sempre stato il più forte lui, il più maturo, e forse ha risposto anche per questo, perché sapeva che io e Bill non ce l’avremmo fatta, ancora oggi lo ringrazio.
Quando Gustav ha attaccato il telefono dicendoci quello che già sapevamo, ma che speravamo fosse solo uno sciocco errore, è stata tutta una corsa: abbiamo preso la macchina e siamo andati in ospedale, senza sicurezza, senza David, solo noi.
Lui era lì, su un letto bianco, pieno di tubi e con la testa fasciata; Bill si sedette con lo sguardo vuoto, l’unica cosa che seppi fare io fu prendere a calci la fila di sedie, fino a quando Gustav non venne a fermarmi.
Un’ora dopo la sala d’attesa era piena, tutta la sua famiglia era lì, i genitori divorziati erano più uniti che mai; Alex, in dolce attesa, era seduto affianco a Bill, con la stessa espressione vuota sul volto, entrambi ancora oggi non ricordano niente di quelle ore, soprattutto lei che doveva diventare la sua sposa cinque giorni dopo l’incidente.
Arrivarono anche i nostri genitori, sconvolti per la terribile notizia. La tensione era ben visibile, si poteva tagliare con la punta di un coltello.
Lui era ancora lì, immobile, tra la vita e la morte; mi mancava l’aria lì dentro così decisi di andare sul terrazzo, una volta lì mi accesi una sigaretta, poi un’ altra e un’altra ancora. Restai lì sopra un bel po’, fino a quando non venne Gustav, con gli occhi gonfi a darmi la notizia.
«Che cazzo dici! Non è possibile!» Ricordo di aver urlato.
«Tom...»
«Tom un cazzo, Gustav! Lui è forte, lui non può non avercela fatta! Non dire cazzate.»

Lo aggredii, non volevo crederci, non potevo crederci; vidi arrivare mio fratello, bianco in volto, riuscii a sentire il suo dolore solo guardandolo negli occhi; Bill capì che sentivo quello che lui sentiva e mi abbracciò forte, per una volta ero io quello che aveva bisogno di aiuto, quello a cui serviva una spalla su cui piangere...

Il funerale fu un delirio, forse qualcuno di voi l’ha seguito sul televisore, forse eravate lì... c’era talmente tanta gente.
Avevamo sempre saputo di essere molto amati, ma vedere milioni di persone fuori una chiesa piangere per uno di noi, per una persona, sostanzialmente sconosciuta, è stato un onore, per cui cogliamo anche l’occasione per dirvi grazie.
Nessuno di noi tre ricorda molto di quel giorno, la bara scura era al centro della chiesa e noi al lato sinistro. Gustav ha suonato il piano ed io la chitarra mentre Bill intonava una delle canzoni preferite di Georg, “Heilig”.
Mentre pizzicavo le corde non mi rendevo ancora conto, pensavo di essere in un incubo; tutti e tre ci aspettavamo che da un momento all’altro apparisse lui con il suo basso e avrebbe suonato con noi, ma non è successo.
Sua madre ha iniziato a leggere una lettera di ringraziamento, ma scossa dalle lacrime ha lasciato il microfono ad Alex, non so dove quella gracile ragazza ha trovato la forza per parlare, ma l’ha fatto, toccando il cuore di tutti noi.
«Sarebbe felice di vedervi qui, ma non di vedervi a pezzi. Era un ragazzo di poche parole, lui, ma era solare e si rabbuiava quando qualcuno dei suoi cari non era felice. Se fosse qui vi direbbe di sorridere, perché la vita va avanti comunque...»

Oggi, dopo un mese di distanza, ancora non riusciamo ad abituarci all’idea; Bill apparecchia sempre la tavola per una persona in più, vicino ad Alex, e nessuno ha il coraggio di togliere quel coperto per tutta la durata dei pasti.
Nessuno di noi tre tocca gli strumenti da quel giorno e tutto il mondo si chiede se e quando torneremo a fare musica.
Il punto è che neanche noi lo sappiamo.
Ogni volta che entriamo nello studio lo vedo lì, seduto sul suo sgabello ad accordare il basso, lo sentiamo ridere; Dio quanto ci manca la sua risata cristallina, riusciva sempre a tirare su il morale di tutti.
Alex cerca di andare avanti, è l’unica che ha il coraggio di suonare ancora; è una grande bassista, chissà, forse un giorno prenderà il suo posto, lui ne sarebbe terribilmente fiero.

Io, Bill e Gustav abbiamo promesso davanti la sua bara di prenderci cura di Alex e del bambino, che sarà un maschio, lo facciamo per lui, lo facciamo per noi.
Stare con Alex ci fa sentire di meno la sua mancanza, ci fa pensare, per un momento che prima o poi entrerà dalla porta con una torta in mano, il sorriso sulle labbra e la sua voglia di vivere; purtroppo sappiamo tutti che non sarà così, lui non tornerà più, ma per noi sarà per sempre sacro.


Ciao Georg.
Tom, Gustav e Bill.



Fine.



Note: Un'altra vecchia One-shot trovata nella "cartella dei ricordi"... so che è una cosa terribilmente triste e spero che non accadrà mai nulla del genere.
 
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;Drinni
view post Posted on 26/7/2010, 12:48




Eh cazzo però ç___ç è una cosa meravigliosa ma allo stesso tempo orribile. Beh come al solito è scritta meravigliosamente ed è bellissima *w* Ma è triste, troppo. Sono depressa adesso >.<
CITAZIONE
Solo che, quella volta non è più tornato.

Che brutta cosa ç_ç E vai, giù con le lacrime ç____ç

Bella bella bella, triste triste triste ç_ç
Brava Fox *O* ♥
 
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1 replies since 17/7/2010, 11:36   90 views
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